Con un GRAZIE alla Caritas e alle parrocchie della diocesi di Chiavari

‘Tra poco partirò al cimitero cristiano di Niamey per mettere una croce in ferro sulla tomba di Godwin Monday, migrante deceduto e seppellito la settimana scorsa. Una vita fatta di viaggi e tentativi di scoperte di un mondo differente che è terminata qui, nel Niger. Il nostro Servizio Migranti l’ha accolto, così com’era, con un tumore nella parte sinistra del volto in fase piuttosto avanzata. Era stato, secondo il passaporto che possedeva, nel Benin, Etiopia, Kenia e Dubai, da dove era stato espulso probabilmente a causa della malattia. Accompagnarlo in questi mesi non è stato facile perché, anche per il tipo di malattia, pochi osavano stargli vicino e prendersi cura di lui!

Il nostro servizio, con l’aiuto di un volontario, ha assicurato la copertura delle spese e, alla fine, anche l’assistenza domiciliare e la sepoltura. Qualche giorno fa è arrivato un cugino suo, dalla confinante Nigeria, sfidando la chiusura delle frontiere in seguito al colpo di stato del 26 luglio scorso. Verrà con noi al cimitero e poi mostrerà le foto della tomba a chi rimane della famiglia di Godwin, Dio che vince, tradotto letteralmente. Questo è uno dei servizi del nostro piccolo Centro di accoglienza migranti di Niamey.

L’aiuto ricevuto dalla Caritas e dalle parrocchie della diocesi (5 mila euro per il Fondo scolari rurali e 5 mila euro per il Progetto di servizio integrale dei migranti) grazie anche al coinvolgimento del vescovo Giampio, non è tutto ma è molto nel contesto che si vive attualmente.

In effetti, a parte le conseguenze negative sulla gente per la chiusura delle frontiere e le difficoltà legate alla perdita dei posti di lavoro e di liquidità delle banche, continua l’insicurezza specie nelle zone rurali delle ‘Tre Frontiere’, Niger, Mali e Burkina Faso. Ciò implica la fuga dai villaggi verso luoghi più ‘sicuri’. Anche i bimbi e bimbe sono coinvolti nel dramma e andare a scuola è per loro spesso un miraggio.

Dunque, l’altro versante dell’aiuto inviatoci riguarda proprio l’assistenza, molto concreta, ai bambini sfollati della zona citata. Si tratta di migliaia di persone che sopravvivono, non potendo coltivare i campi, di aiuti locali e internazionali. Il nostro, piccolo com’è, rappresenta comunque molto per alcune decine di famiglie che possono nutrire i figli e assicurarne le spese scolastiche!

Per tutto ciò tenevo personalmente a ringraziare la Diocesi da cui provengo e nella quale torno quando possibile.

Grazie per la solidarietà e buon cammino al servizio del Regno, cioè dei grandi amati da Dio, i poveri!’

Mauro Armanino, Niamey, 26 gennaio 2024


“Cerchiamo gli altri e facciamoci carico della realtà che ci spetta,

senza temere il dolore o l’impotenza,

perché lì c’è tutto il bene

che Dio ha seminato nel cuore dell’essere umano” (Fratelli tutti n. 78)